Cos’è che ci rende forti?
Quando siamo sicuri di ciò che facciamo, ma soprattutto quando questa sicurezza arriva all’esterno ed è percepita dagli altri, ci sentiamo in pace con noi stessi e si alimenta in noi un senso di soddisfazione. Ma quando questo viene a mancare, quando la parte più profonda di te viene messa “sotto coperta” insieme alle tue percezioni e la paura blocca gli slanci, la prima reazione automatica e naturale a questo processo è la chiusura in se stessi. Non vedi te stesso, l’altro scompare o diventa un nemico. Allora resti in silenzio. Ma è in quel silenzio che capisci che a volte per poter fare pulizia da tutte le voci che affollano la tua anima devi ripartire dall’ eliminare il giudizio affrontando la paura, passando attraverso i tuoi blocchi, immergendoti nella tua storia, facendo pace con situazioni passate e fatti concreti che neanche pensavi che a distanza di parecchio tempo, potessero far ancora tanto rumore.
Non siamo più abituati a sentirci in contatto con le persone ma soltanto a considerare l’altro come strumento utile a riempire vuoti. Ma i limiti che si presentano ci mostrano realmente come siamo e fanno luce su ciò che in noi va approfondito e affinato. L’altro quindi è li per noi, se sappiamo come vederlo. La condivisione apre una porta che l’individualismo ha il continuo obiettivo di chiudere. La chiave di questa svolta è l’apertura, l’altro: la potenza del gruppo è vitale.
Questo il punto di forza e l’autenticità che BimboTeatro protegge, che oggi mi aiuta a valorizzare la mia autenticità e man mano mi insegna ad abbandonare le sovrastrutture e i condizionamenti esterni. Mi guida attraverso un percorso di consapevolezza delle mie potenzialità e mi conduce attraverso le mie paure e blocchi a riscoprire aspetti, che in me il teatro cura da sempre.
I destinatari di questi benefici? I bambini, tutto ciò che c’è di più puro e pulito, ai quali è affidato il nuovo. Per interagire con loro bisogna pulirsi il più possibile, perché il loro mondo magico non può e non deve essere ristretto in schemi rigidi.
Ascolta te stesso nel contatto con l’altro e se quello che senti e vedi ti mette in crisi, respira e pensa che se hai la pazienza di darti la possibilità di lavorare su te stesso, dando fiducia alle tue percezioni, allenandole, il cambiamento sarà visibile anche agli altri solo da un tuo sguardo.