Ore 10 di un solito giovedì: ci sediamo in circoletto, diamo il buongiorno all’asilo. Il tempo di “mettere in tasca” le regole più importanti, poi possiamo avviarci verso un posto magico, insieme.

Mani gentili, occhi attenti, orecchie aperte, voce piccola, piedi pronti: andiamo!

È così che ogni “solito” giovedì ricomincia il nostro viaggio con Bimboteatro.

La prima volta la ricordo con tenerezza; al solo avvio del jingle “è arrivato il teatro…”, urla e pianti riempiono l’asilo. Sembra disperazione, forse è paura; sicuramente è emozione.

Se penso alla prima volta che ci siamo incontrati noi genitori quest’anno, per dichiararci gli obiettivi specifici del progetto educativo, l’impegno più grande che ci siamo dati è stato quello della conoscenza e della gestione dei vissuti emotivi. Oggi sono orgogliosa di quante emozioni arrivano e stanno nel corso del laboratorio: non sfuggono, il bambino-attore ne è il contenitore.

L’attesa silenziosa e fremente, l’allegria nel cercare riparo dalla pioggia, la ricerca partecipatissima di Piccolo Giallo, la gioia di essere “taaanti”, insieme, l’imbarazzo quando si accavallano emozioni riso e pianto…ogni emozione è come polvere magica. Vola sui piccoli attori, che si illuminano, si innalzano, si attivano da protagonisti.

Noi educatrici stiamo nelle emozioni accanto a loro e, incantate, facciamo tesoro e memoria di quei passaggi emotivi, che in un battito d’ali ci rivelano un bagaglio infinito di informazioni per leggere il cuore dei bambini.

È capitato spesso che durante il laboratorio ci guardassimo, noi educatrici, come a richiamarci: “ecco cos’è che cercava di dirci!”; “ecco la chiave per parlare con lui!”; “guarda, qui, come si lascia andare…”, “un abbraccio tra loro due? Sembra incredibile”…

Cose straordinarie accadono se costruisci un posto dove farle accadere: è questo che fa Bimboteatro. La strada magica è quel posto; Marinella, il suo corpo e la sua voce sono quel posto e durante questo percorso tutto l’asilo è diventato un posto dove la magia accade.

Nella nostra storia particolare quest’anno, fatta di spazi lasciati, persi, cambiati, svuotati e riempiti, quella strada tracciata sempre e sempre uguale ci ha regalato una serena carezza, di quelle che ti dà la tua casa.

Nel quotidiano da educatrici è stato uno sforzo davvero gratificante rivedere ogni azione o proposta educativa con lo sguardo rinnovato dalle esperienze durante il laboratorio. Ci sono in particolare alcuni cambiamenti di prospettiva quasi paradossali per cui sono grata a Bimboteatro:

-una proposta gradevole e gentile è più efficace di una imposizione;
-la voce piccola vince sulla voce grossa;
-regole chiare e sempre uguali rendono liberi;
-per far volare la mente occorre un posto comodo dove sedersi;
-nel silenzio gli occhi parlano.

Torno ancora a pensare al nostro primo incontro genitori-maestre, quest’anno. Leggendo insieme Che cos’è un bambino di Beatrice Alemagna ci siamo affidati gli uni agli altri promettendoci che avremmo avuto cura di queste persone piccole, con piccole mani, piccoli piedi e grandissime idee.

Ecco, Bimboteatro ha avuto e ha donato a noi educatrici la capacità di guardare i piccoli con occhi gentili, di ascoltarli con gli occhi spalancati e di arricciare con loro il naso davanti allo specchio.

Sono anche sicura che, nelle sere in cui avranno un po’ di paura, il ricordo di Piccolo Giallo sarà la loro lucina vicino al letto.